benvenuti a casa della stronza

Questa è la casa della Stronza Jenny, una dimora in cui vigono regole tutte strane e che potreste non accettare, ma a me che me ne fotte?

martedì 26 giugno 2012

Tornerò presto

Un periodo veramente di cazzo, ma si sa che chi troppo vuole nulla stringe, quindi metto da parte il blog, ma non lo trascuro del tutto per dedicarmi alla presentazione di domani e quella del 29 giugno. Sono tutta fibrillante, pensate mi sono anche fatta la ceretta da sola. Che bello (ironico)! Ora sembro Pimpa e non è una bella cosa, non mi è mai piaciuta perché troppo scema, sempre felice, tutta a pois rossi su sfondo bianco.

Si avete capito bene, Pimpa mi sta sulle palle, come fa a piacervi un cane idiota con la lingua perennemente di fuori?
Poi per essere sempre felici si deve essere per forza stupidi, non si accorge della merda nel mondo attorno a lei.  Anche Pingu mi sta sul cazzo, il pinguino più cretino che abbia mai visto, talmente imbranato da essere fastidioso, da sopprimere con esperimenti di vivisezione.
Intanto spero vada tutto bene alle presentazioni e che ci siate. 
Se non ci sarete non capite un emerita minchia.
Baci.

sabato 23 giugno 2012

Il mio rapporto con Twitter e il pronostico di zio Michè

Con Twitter ho uno strano rapporto. Non riesco ancora a capirne a pieno il funzionamento.
Tra i follower ho: Dio, Il tristo mietitore e San Pietro e Paolo.
Per qualcuno che se lo stesse chiedendo io non sono la Madonna, ma al massimo la PILLAMATONNA.
Comunque finito lo sproloquio passiamo alle cose serie: la divinazione dello zio Michè sull'Italia.
Giusto per quei 4 deficienti che ancora seguono il calcio, come sport per me ha ormai meno validità del governo Monti salvatore della nazione.
Vi informo: ieri tifavo Grecia e ha perso, anche se sospetto brogli e minacce da parte dei miei connazionali crucchi.
zio Michè colto in flagrante mentre digerisce Paul


Zio Michè ha mangiato il porpo Paul e dice - " Se gioca David Beckham perdiamo, ha troppo bello, quasi un bellino di Avetrana. Diciamo". 
Al solito l'Italia sarà inconsistente, degno specchio della nazione reale ed immagine del nazionalpopolarpatriottismo che ci affligge ad ogni evento sportivo.
Zio Michè ha concluso la TIVINAZIONE e ha detto che rivela il risultato dopo la partita, come sempre.

Come al solito i miei post non hanno alcun senso, per voi.




venerdì 22 giugno 2012

La notte porta consiglio

In genere la notte è il momento creativo della giornata. Spesso la gente trova con essa e in essa consiglio e ristoro, per me è un momento molto fertile. Molti dei miei aborti li partorisco la notte.


Per tanti la notte è buia, o credo che siano accecati dall'assenza di luce, non vedono le soluzioni.
Le stelle indicano la via a chi le osserva, se chi le scruta le interpreta nel modo giusto.
Pazzia che tutto illumina per energia del turbinio.



Il grillo canta, la civetta scandisce il tempo, per i feriti è tempo di lamento.
Il buio rifugio dei folli, turbinio di pensieri sconnessi, come le vie percorse dai filosofi.
Oscurità, coperta degli innamorati, stelle musica dello spartito.
Punto fermo e certezza. La notte si muore e se si muore di giorno gli occhi si chiudono, se non si chiudono comunque la luce si spegne.
E' la paura della fine a farci vivere di notte. E' quando il tempo scade e i tempi s'accorciano comunque ci doniamo.
Le notti sono come uno le vede, se ne è in grado e se con fioca luce le riesce a leggere.
Quando è sera l'aria si muove, la pelle si rinfresca e c'è un motivo se per ogni cosa esiste la sua fine. Una e unica.





mercoledì 20 giugno 2012

Volgarità

non c'è volgarità in un turpiloquio che abbia contesto. E' volgare lo shabby style falso povero ostentato e abusato. C'è volgarità nell'abuso, non nell'uso. Si finisce per essere usati. Siamo uomini o siamo mezzi?

sabato 16 giugno 2012

29 giugno presentazione Cafè des Artistes a Otranto presso Cafè Sud Est



Sarà presentato,dal Club Unesco di Otranto, il 29 giugno 2012 alle 21 presso il Cafè Sud Est a Otranto, il nuovo libro di Angela Leucci, "Cafè des Artistes", edito da Lupo editore.


Intervengono l'autrice Angela Leucci e il coautore di due dei racconti contenuti nel volume Paolo Merenda
Presenta e modera Jenny De Cicco
Letture a cura di Eugenia Toni e Renato Grilli.
Seguirà djset.

Il libro
Una bionda detective argentina, un caffè letterario, lo strano omicidio di un pusher. Sono solo alcuni degli elementi di "Café des Artistes", romanzo breve che apre il ricco scenario ai personaggi racchiusi in questa raccolta. Una galleria di suggestioni, in cui il folle Michele Lamorte scolpisce nella pietra l'immagine della moglie morta e il motto "Beati quelli che non hanno storia", un'insegnante costruisce dentro di sé l'aberrazione per i lunedì, due gemelle uccidono per essere felici e due gemelli si danno all'incesto per liberare il mondo dal male. Come nei Menecmi plautini o nei film di Peter Greenaway, anche le immagini simmetriche nascondono storie inenarrabili, tutte da leggere.

L'autrice
Giornalista e scrittrice Angela Leucci collabora con La Gazzetta del Mezzogiorno, DireDonna, Belpaese, IlVostro.it e dirige OtrantoOggi. Suoi lavori sono comparsi su molte raccolte come "31 piccoli scatti & scritti" (Linea BN) e "La notte delle streghe e dei vampiri (Giovane Holden). La sua prima raccolta di racconti si intitola "Nani, ballerine e altre suggestioni". È membro della Società di Storia Patria per la Puglia.

Info: Jenny De Cicco, mail: deciccojenny@gmail.com

Ho paura di me stessa

Dove andrei a finire, se iniziassi a lasciarmi andare?
Presto novità, scusate l'assenza, torno subito.

martedì 12 giugno 2012

Presentazione di Cusutu 'n coddu a Otranto, ad opera dei Double Cut!


Presentazione del cortometraggio “Cusutu ‘ncoddu – Cucito addosso” a Otranto presso largo Porta Alfonsina alle 21.00.
Girato lo scorso anno presso masseria Ceppano, “Cucito addosso” ha ottenuto già diversi premi internazionali. L’organizzazione è a cura Club Unesco e con il patrocinio della città di Otranto.
A un anno dall’inizio lavorazione verrà presentato a Otranto il corto “Cusutu ‘ncoddu”, cogliendo l’occasione per sottolineare l’importanza e le potenzialità della masseria come contenitore culturale, in accordo con gli intenti dichiarati lo scorso anno dallo stesso comune. Il film verrà proiettato dopo una breve presentazione.
A seguire si terranno gli interventi di esperti nel campo culturale e di storia locale. Presente il regista Giovanni La Pàrola per discutere della lavorazione e di cinematografia giovanile. Elio Paiano del Quotidiano di Lecce illustrerà il destino di Ceppano e la sua storia, mentre Angela Leucci della Gazzetta del Mezzogiorno parlerà del cinema nel Salento a partire dalla figura di Raf Baldassarre, attore, caratterista e regista di origini giurdignanesi, il quale collaborò con Sergio Leone in varie pellicole, tra le quali lo spaghetti-westernPer un pugno di dollari”.
Verranno proiettate anche l’intervista al regista a cura del collettivo di produzione audiovisiva DoubleCut .“Cucito addosso” è uno spaghetti western, ma ne rende moderno lo stile con del pulp alla Robert Rodriguez. Per la realizzazione si è avvalso del lavoro delle maestranze cinematografiche italiane d’eccellenza, come i macchinisti che hanno lavorato a capolavori come Apocalipse Now e L’esorcista.
Giovanni La Pàrola è nato a Palermo. Bolognese d’adozione ha frequentato il Dams e iniziato li la sua carriera dirigendo cortometraggi, documentari e video installazioni. Nel 2001 realizza il corto “Still Life” con cui ottiene il premio Cesare Zavattini, grazie al quale realizza “Il puglie”, corto del 2004 con cui si fa notare e viene ingaggiato per “E se domani” Medusa 2005, con Luca bizzarri, Paolo Kessisoglu e Sabrina Impacciatore.
Prosegue la sua attività e vince numerosi premi che lo portano a realizzare “Cusutu ‘ncoddu”, realizzato grazie al premio Nuove Arti della fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, e ai finanziamenti del Mibac e dell’Apulia Film Commission.
“Cusutu n’ coddu” ha vinto, ex-aequo con “Ombre” di Emanuele Pica, l’undicesima edizione del prestigioso  “Rome Independent Film Festival” (Riff) del 2012, ha ottenuto  il riconosciuto d’interesse culturale dal Mibac, ha fatto parte della cinquina  per l’assegnazione del David di Donatello 2012 come Miglior  cortometraggio italiano, vincitore con lode del Michelangelo Antonioni come miglior cortometraggio all’ultimo Bif&st a Bari e anche se alcune voci lo davano partecipante a Cannes, non ne ha preso parte.



Cast e Produzione:
Regia, soggetto, sceneggiatura, produzione e montaggio: Giovanni La Parola, anno 2012, durata 17′, drammatico, Italia

Musica: Francesco Cerasi
Suono: Flavio Moro
Produzione: Davide Giglio, Giovanni La Pàrola
Prodotto da: Filmando, Mithril production, contributo della Apulia Film Commission, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, premio Nuove Arti della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Formato di ripresa: Red Cam 4k Colore
Effetti e trucco scenico: Virtualstudiosfx di Stefano Pizzolitto
Costumi: Giuseppe Avallone
Attori:  Filippo Pucillo (Respiro, Terraferma), Giovanni Calcagno (I cerchi nell’acqua, Malavoglia, Noi Credevamo, Si può fare, Buongiorno notte), Francesco Foti (Il capo dei capi , Intelligence – Servizi & segreti, Alla luce del Sole)




Sinossi:
In un piccolo feudo siciliano, alla fine dell’800 periodo delle rivolte di Bronte, un gruppo di contadini si rivolta contro il proprietario terriero, capeggiati da Salvo il campiere, che ha mire di potere. Salvo decide di non uccidere Peppino, il sarto del feudatario perché realizzi un abito aristocratico su misura per lui. In un duello il sarto metterà in atto il suo antico disegno di vendetta.

lunedì 11 giugno 2012

Piccoli atomi crescono e s'impettiscono

E' vero, siamo piccoli, infinitesimali. Tutti.
Soprattutto io.
Bisogna riflettere sul fatto che la materia sia fatta da atomi, però. Atomi soli, bastano a se stessi se gli elettroni con polarità negativa negli orbitali equiparano le forze positive proprie del nucleo.


Gli atomi sono piccoli, a volte stanno soli. In molti casi amano stare in compagnia, o meglio hanno necessità di aggregarsi formando molecole, anch'esse dotate di carica.
Ogni atomo è composto per lo più di spazio vuoto. Gli atomi, liberi o in molecole, formano la materia, ergo noi tutti siamo spazio vuoto destinato ad accogliere temporaneamente qualcosa, un'energia che generando mancanza, dunque privazione, genera necessità e a sua volta fa stare insieme l'atomo nelle sue componenti, ma anche le molecole e la materia. Energia comunicazione e necessità. Entropia. Chimica.
Io? Sono forse l'atomo più piccolo che esista sulla tavola periodica degli elementi, l'idrogeno, ovviamente non sono l'unica ad essere un idrogeno. Ho un solo elettrone che mi gira per la testa. Mi piace stare con tutti, sono propositiva se supero una piccola barriera di diffidenza iniziale. 


Sono un'atomo e gli atomi reagiscono alle sollecitazioni, anche involontarie.
Le reazioni sono uguali e opposte, è una legge della fisica.
A volte capita di scatenare delle esplosioni e non si capisce il perché. A volte si spacca il capello a quattro, senza sapere che se la scissione per la materia aggregata non genera alcun che se non la disgregazione della materia.
Se si cerca invece di danneggiare un atomo la reazione non è passiva. Nei casi in cui si cerchi di scindere l'atomo la reazione potrebbe essere un'incredibile rilascio d'energia, finanche la reazione atomica.

Una bomba, siamo tutti potenziali bombe.
Nel loro piccolo anche gli atomi s'incazzano.
Poi bisogna calcolare la tendenza all'entropia e "solo dal caos può nascere una stella danzante" (Friedrich Nietzsche), come una volta scrisse per me il mio amico Alberto B.
Nel frattempo, " Lascio agli altri la convinzione di essere i migliori, per me tengo la certezza che nella vita si può sempre migliorare" (Marilyn Monroe) ma con la consapevolezza di essere già a buon punto.


Un uomo con una nuova idea non è tranquillo finché non la realizza.
Il vero inchiostro usato per scrivere la storia è semplice, fluido pregiudizio.
Il lavoro consiste in qualsiasi cosa il corpo sia obbligato a fare... Giocare consiste in qualsiasi cosa che il corpo non sia obbligato a fare.
Mark Twain

Pijative na cosa, frisca! Anche io sono in grado di citare, ma soprattutto produrre qualcosa di mio ed un giorno sarete costretti a citarlo.
L'arte non insegna nulla, tranne il senso della vita. (Arthur Miller ).
Non rubo, non faccio male e soprattutto resisto in attesa dell'esplosione. Il tempo mi darà ragione, forse. Nel frattempo vi lascio in attesa di Zio Michè, che come al suo solito aveva ragione, l'Italia non ha vinto.

Buona sera.

P.s. 
Zio Michè ha stato a mangiarsi il porpo Paul e mo fa le tivinazioni, ma nessuno lo crete!

domenica 10 giugno 2012

Zio Michè e il polpo Paul

Toh ecco, alla fine sono arrivati gli europei... menomale.
Così la smettiamo di parlare di sCazzi e mAZZI, smettiamo di parlare del terremoto e della bomba di Brindisi.
A proposito, siete contenti? Dite la verità vi eravate stancati di dello Zio Michè, così, noi che siamo pugliesi e capiamo tutto vi abbiamo regalato il Benzinaio di Taurisano. Non vi piace? Ve lo sucate.
Così finiti gli europei, finiti i massacri di cani randagi, inizierete invece a massacrarci le palle con sto vecchiardo pazzo e rincoglionito!
Questa sera gioca l'Italia. Via col NazionalPopolarPatriottismo... Tanto non vince, e gli europei mi danno tanto di surrogato mondiale e non li guardo. Un giorno vi parlerò della mia teoria uomo-calcio.
mi sfugge, a cosa mi somiglia? Ah assorbenti senza ali
Forza Italia, in culo a voi.

P.s. ZioMichè mi ha fatto il pronostico sulla gara di oggi (ve lo svelo a fine partita), vi saluta e dice che "ha stato lui ad uccidere il porpo Paul. Ma nessuno mi crete".

venerdì 8 giugno 2012

La perfezione è privazione




Cosa è la perfezione. Ieri sera ho trovato la risposta, una risposta che molti non capiranno.
non sono mai stata una melomane, pur amando la musica, ma la amo come forma di espressione.
Amo la pittura, la fotografia, amo la musica, amo la scultura, la scrittura, la performace e la bravura e l'impegno nel proprio lavoro. Anche quella è arte, in senso lato, derivando dall'ars latina, il saper fare.

Stendhal colpisce in tutti i modi che conosce. Ieri ha colpito me, mentre vedevo la musica fluire dalle dita di Michel Petrucciani.

Osservandolo ho capito che l'arte nasce da una privazione, che può essere di qualsiasi genere.
Nel caso di Petrucciani usava il piano e si lasciava usare da esso.
Correva, saltava e scopava come un riccio al piano. Faceva a botte, il piano estensione del sè. La musica non usciva, la musica scorreva.
Ecco, voglio essere come lui, con tutta l'osteogenesi imperfetta, purché io non venga condannata alla mediocrità dilagante a cui sarò mio malgrado destinata.

http://www.youtube.com/watch?v=PlJRLkxMGcI


Bacio nel letto, Toulouse Lautrec

Sto realizzando, la soffrenza, la privazione. E' la necessità di sentirsi completi, di essere a proprio agio in qualche modo a portare all'eccellenza. Un altro esempio è Henri de Toulouse-Lautrec.
Nikola Tesla, altro geniaccio in periodo positivista sobbissato da quel mediocre politicante di Edison.
Io voglio abbandonarmi alla privazione, esprimere in versi ed immagini le mie mancanze. Quando scatto e quando scrivo Apollo e Dioniso mi sono vicini. Ebbra e invasata.
La perfezione non è esagerazione, la perfezione è essere liberi, equilibrati, volare sui tasti con Michel, spennellare con Henri, innovare con Nikola.
Maledetti, non capite una minchia e li avete uccisi. Li uccidete ogni volta che fate arrivare il top ten la merda sciacquerella anestetizzante.
Certe cose le fate, le ascoltate e le adorate, ma per invidia e per paura le nascondete.
Voglio lasciare fluire, abbandonare, sperimentare. Voglio morire, chiudere gli occhi e rinascere nella mia opera.
Maledetti speculerete sulla mia morte. Ostinata tornerò dall'oltre tomba per rompervi i coglioni.

il mio paese? Un paese mediocre


Questo è il mio paese. Bello fuori e pieno di merda dentro.
Il paese da cui tutti stanno cercando di mandarmi via.

Qualche giorno fa mi sono chiesta se partire o restare. Inizio a fare delle valutazioni.

Se partirò sarà perché mi sono arresa ad una politica del terrore che spesso viene attuata nei confronti di chi rappresenta solo se stesso e non ha forza dietro.

Questo è il mio paese, una bella conchiglia e dentro una vongola rattrappita e fetida, che erode la roccia su cui fonda la sua casa.

Non parto. Non mi sono ancora arresa, non voglio sottomettermi ad atteggiamenti di tipo mafioso, linfa vitale e pane quotidiano. Non mi arrendo al fare omertoso, alla politica degli sguardi bassi.
Non mi arrendo al civile Don, ne al sacro don.
Non chino la testa davanti a Dio che mi fece a sua immagine. Non chinerò la testa davanti ad un ammasso di fango e sputo.
Non mi voglio arrendere all'arrendevolezza, all'accettazione per mero interesse personale.
Che paese è il paese in cui i mezzi comprati con soldi pubblici vengono dati in gestione ad associazioni che ne usufruiscono e concedono in affitto dietro lauta retribuzione. Un paese in cui gli affari sporchi vengono palesemente sbrigati sotto gli occhi di tutti e nessuno dice nulla. Il mio paese è bello, il mio paese ha storia, una storia svilita, ma tanto infinita da non potere essere ignorata neanche strappandosi gli occhi dalle orbite. Il mio paese ha una storia e prosegue non ostante certi individui cerchino di manipolarla per il proprio mero strapotere personale.
Quale paese può definirsi patria, se è quello che preferisce mandare i propri figli e le proprie figlie ad arricchire le case di sconosciuti in altre città e paesi.
Per andare avanti si deve essere mediocri e strisciare.
Quale paese confonde la politica con l'amministrazione, toglie la dignità e i diritti di espressione con un semplice sguardo a chi si propone.
Non mordere la mano di chi ti da mangiare, ma io non mangio bocconi avvelenati.
Mi mandano avanti a fare l'alfiere per combattere la mia battaglia in solitaria a controllare un campo minato, giusto perché il vecchio mangi il nuovo e i mediocri proseguano la propria strada. Questo è il paese dei vecchi, dove neanche i giovani hanno la forza di rimanere e se rimangono sono sorretti da capibastone.
Un paese in cui si è conformati, conformisti, se non sei descrivibile ed ascrivibile in un gruppo o una categoria, non devi neanche essere nominato, preso in considerazione.
Quale paese nega il diritto al lavoro. Paese mio, sei tu la rovina di te stesso.
Poteri tanti, concentrati nelle mani di pochi.
Ci si vende per 100 euri, io preferirei vendermi nelle feste "bunghesche" a 7000 di euri, almeno mi compro la macchina per scappare. Non mi vendo per poco, questo articolo lo pagherete caro.
Purtroppo sono masochista e resto. Purtroppo. Per voi.



giovedì 7 giugno 2012

millantatori

In ogni lavoro, in ogni passione che uno ha capiterà sempre di incontrare dei millantatori.
Ogni giorno ne incontro qualcuno.
E' veramente triste il modo di porsi di codesti individui.
Qualche etologo dovrebbe studiarli, magari si troverebbe un modo per evitarli.
Cambio argomento.
Lo so che i miei post ultimamente sono poco cinici e soprattutto molto brevi, ma il lavoro incombe e mi succhia via tempo ed energie. Forse per essere un buon blogger c'è bisogno di essere disoccupati, ecco spiegato il fiorire di blog come funghi nell'ultimo periodo dell'era Monti.
Detto ciò non ho nulla da farmi perdonare, ma siccome sono narcisa e amo essere elogiata posto una mia bella foto, fatta poche ore fa.
Mi raccomando esprimete tutti i vostri elogi nei miei confronti.
Non dimenticatevi di sottolineare che oltre che intelligente, brava e magnifica io sono anche BBona e con delle tette da paura.
ph by Jenny De Cicco
ciao a domani.

mercoledì 6 giugno 2012

Mannaggia al Karma

Mannaggia santa Licia Colò e li pinguini de lu Polo Nord.
Possibile che ci sia gente del genere in giro?
P.S. ieri ho fatto una buona azione, il Karma mi ha premiata non facendo esplodere il mondo al passaggio di Venere davanti al Sole.
Grazie al Karma. Quel pezzo di gran figlio di put.

martedì 5 giugno 2012

lunedì 4 giugno 2012

Sei sprecata

Se critico non vuol dire che io stia bene. Anzi.


l'altro ieri parlavo con il mio Marco - simpaticamente detto il rompicazzo - e un nostro comune amico con il nome che inizia per erre e finisce per aldo, entrambi sostenevano come in Italia non si possa vivere, la necessità di doversene andare, io invece sostenevo la tesi del restare.
E' più facile partir che restar, perlomeno è ciò che penso ora.
Poi hanno iniziato a rimarcare come io fossi sprecata in Italia. Sprecata... cosa significa?
Devo rifletterci un attimo. Tornerò a parlarne, lo prometto. Intanto ditemi un po' voi cosa pensate:
partire, restare?

domenica 3 giugno 2012

La magia nelle parole

Oggi ho fatto qualcosa di grandioso, sia bene inteso ne parlo anche se non ve ne frega nulla, non è per gli altri, è qualcosa solo ed esclusivamente per me.

Non mi aspettavo che sarei riuscita a parlare su un palco difronte ad un pubblico attento per giunta, o meglio sospettavo e paventavo una possibilità, ma non avevo mai osato provare realmente. Oggi, costretta da alcune persone di mia conoscenza, ho parlato in pubblico a braccio, senza nessun avvertimento, mi hanno buttata sul palco ed ho parlato. Ho fatto qualcosa di naturale, comunicare, perché alla fine è questo il punto, amo discutere. 

Quanto poesia c'è nel vincere le proprie paure? C'è tanta poesia di fiore che sboccia, riconoscibile dall'essenza propria e ora si diffonde nell'aria.
Fiore di rovo, rosa profumosa, fiore di lavanda, magnolia o fiore di loto.
Fiore odoroso, c'è magia nel processo di comprensione, qualcuno emette fonemi e qualcuno recepisce, il grigio trasforma i suoni in un qualcosa di convenzionale ed ambivalente.
Un vettore ha una direzione e va da A a B, chi invia e chi riceve.
Le corde vocali e i timpani, membrane vibranti per lo più acquose. Corde tese frementi della nota.
Un'onda s'infrange.
Un emissione ed un'ispirazione. Anzi due.
C'è della magia nel mettere insieme suoni significanti, un pensiero e l'azione, volontà d'espressione.
Poi c'è la bellezza, il metodo e lo stile, i contenuti ed il tono. 
La musica.
Sinfonie e timbri, accenti e pause. Un respiro, una parola, ed un'altra ancora.
Se si comprende vibra anche la testa.
Poi scoppiano fragorose le mani, o si fermano in profondi silenzi.


Esistono problemi più importanti, cose serie di cui parlare, di cui scrivere ed io, invece, scrivo di questa minchiata a cui non importa niente a nessuno.
VERGOGNIA, come suggeriscono dal blog Mdm
Chi è cinico riconosce il bello e vede la poesia a suo modo, c'è della magia e la difende con la risata e una palesemente falsa ridicola freddezza.
Il cinico è estremamente sensibile e si corazza per difendere le fragilità, da chi è meno fragile di lui.

Si commuove della magnificenza del fiore in cui si crogiola il bombo, ape paffuta e senza pungiglione.
Una razza in via d'estinzione. Difendete il panda. Difendete i cinici, altrimenti con chi ve la prenderete poi?

A presto.

sabato 2 giugno 2012

Torno subito e scappo via. La pizzica è na puttana

Dopo qualche giorno di pausa torno al blog.
Mi ha fatto bene questa breve separazione, posso dirmi rigenerata nel cinismo.
Un cinico in realtà non va mai in vacanza, perché sarebbe come andare in vacanza da se stessi, una roba impossibile da concepire, figuriamoci da realizzare.
Quante risate mi sono fatta leggendo i commenti sui social network, interventi di qualsiasi tipo, su qualsiasi argomento e tutti riconducibili, al succo dei fatti, all'ottenimento di plauso e consensi. Nella vita si vince se si è il più commentati, i più suffragati, anche se l'input della discussione non è piacevole. Nel caso qualcuno si stia lamentando di un doloretto generico, subito ci sono pronte almeno 3 persone con lo stesso problema, ma non lieve, ma gravissimo. Niente vieta ai commentatori di avere realmente lo stesso problema, ma allo stesso modo chi ha iniziato avrebbe gradito prima un po' di conforto e qualche suggerimento per una probabile soluzione.
Tempi duri comunque, soprattutto se non si può fare più ironia. L'ironia è a mio avviso il mezzo più intelligente ed efficace per fare chiarezza sulle cose, se a termine di una battuta si riesce a tornare seri, allora vuol dire che la cosa di cui si stava parlando è presa in seria considerazione.
Sono cinica perché analizzo e poi di fondo sono una scontenta cronica, oppressa dall'ansia e dagli attacchi di panico, ridere, ironizzare e usare la battuta come critica per me è alchimia che mi fa credere di avere ancora il controllo di qualcosa, in un modo, quello in cui vivo, sul quale invece non ne esercito alcuno.
Mi fanno ridere i commenti che leggo e non strettamente per la grammatica e la sintassi utilizzata nel formularli - quella può far ridere solo all'inizio, poi fa venir da piangere mentre ci si chiede per cosa si pagano le tasse - ma per temi e contenuti.
Poi girovagando mi sono resa conto di essere comunque donna e se avessi milioni di euro li spenderei comunque in scarpe, accessori e abiti. Pur considerando la media di stile in giro sono a cavallo già adesso, anche se indossassi una simpaticissima tuta fluo anni '80.
Passo ad una riflessione sulla pizzica, ho un reflusso malinconico. La pizzica tradizione di famiglia, bene immateriale insegnata nelle palestre come fossero semplici esercizi ginnici.
Mi sono resa conto che pur essendo salentina non sopporto i baluardi della salentinità: pizzica e reggae, non sopporto lu mieru giusto per bere, amo sorseggiare, gustare e meditare, amo l'estasi e la trance...
un momento di pizzica salentina


C'è stato un tempo in cui per me la pizzica, o meglio la taranta, ha significato fascinazione, magia, mistero e radici, ma come tutte le radici rimangono nel sottosuolo anche questa particolare tradizione avrebbe dovuto rimanere "sotterrata", fruibile solo a pochi fortunati eletti.
Oggi mi ritrovo con la taranta imputtanata, trasformata in una volgare meretrice, che si vende per denaro, mostrata ai più per pochi spiccioli, venduta, come i salentini hanno venduto la propria identità al turista medio, che tutto consuma e tutto mercifica.
Non è più mia la taranta. Mia madre è una puttana. Non la voglio più, tenetevela, così come me l'avete sedotta con l'illusione di facili guadagni, pensando fosse meglio esporla come un quarto di bue al mercato delle carni, carne su cui troppe mosche si sono posate.
Tenetevi quella vulva scialabrata e consunta, abiuro di essere nata da quella volgare battona.

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